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martedì 14 luglio 2009

Ci avete creduto....

....facce di velluto!

Ma vi pare che potessi sospendere il blog in pieno tour???
No, mi dispiace, era una boutade per creare un po' di allerta e di aspettativa, potevo candidarmi alle primarie del PD che era uguale, non vi siete liberati di me.

Desideravo creare un po' di pathos per annunciare il nuovo, grande e definitivo:
ESODO ESTIVO!

Come tradizione, il cutuàrdis di Luglio si sverna su un nuovo indirizzo internet, stavolta l'ultimo.

Il blog - sì! - continua, miei piccoli lettori, ma su:

www.larrycette.com

Visitatelo subito, perché potrebbe non essere il suo aspetto definitivo [come di consueto ricevo gli ospiti nel mio costante marasma, ma ci tenevo a pubblicare il cutuàrdis], ma potrete già apprezzare le grandi migliorie.
Su larrycette.com troverete infatti:


- L'archivio di tutti i post di tutti i blog: non solo gli scritti di redheadedlarry.blospot, ma anche quelli di Honeymooners su Splinder.
Noto mentre scrivo che mancano quelli del "before the fame" su Space....provvederemo, mica possiamo rimanere senza imperitura memoria di Si è spanto il sale!

- I segnalibri, sotto i quali sono raccolti i post per categoria: Cose da Larry, Honeymooners, Larrycette, Opinioni di un cuoco, oltre alla Home con i post nel consueto ordine cronologico inverso.
Noto mentre scrivo che ci incasiniamo ancora con i reindirizzamenti....provvederemo anche a questo, intanto usate le categorie nella colonna a destra.

- La campitura per la ricerca all'interno del blog

- Il pulsante per condividere il post con i vostri amici.

Noto mentre scrivo che queste due ultime funzioni non hanno problemi, ma non temete: provvederemo anche a questo.

Presto aggiungeremo [ndr: ogni volta che c'è un plurale, come "provvederemo", "aggiungeremo", in realtà significa "lo farò fare a Zzi, ma me ne prenderò il merito"] anche la possibilità di iscriversi e ricevere gratuitamente i post per email, per il momento accontentatevi di fare delle visite tradizionali [tanto ultimamente scrivo pochissimo, lo so, lo so].
State tranquilli che la campagna abbonamenti verrà ampiamente reclamizzata.

Io, la mucca musicale, la giraffa generosa, lo spilungone silenzoso e tutto il circo siamo ansiosi di rivedervi di là.
A un domani vicino!





lunedì 13 luglio 2009

Addio e grazie di tutto il pesce

Ci siamo: è arrivato il momento dei saluti.
In questi casi, io penso che sia meglio prima che dopo. Più tempo passa e più diventa poi difficile disabituarsi e fare a meno gli uni degli altri.
Un anno non è certo un tempo breve, ma proprio perché siamo arrivati ad una ricorrenza è il momento di tirare le somme e prendere una decisione.

La decisione è che questo blog non continuerà.
Le ragioni possono essere molteplici, non le espongo perché sono personali e perché - dopotutto - questo è il mio spazio e ci faccio quello che voglio.
E se mi risolvo di non far proseguire questo blog, giusto o sbagliato, così sia.

Perciò, miei piccoli lettori, è il momento di levare le tende.
Addio. E grazie di tutto il pesce, naturalmente.

lunedì 22 giugno 2009

Grande operazione "Cornetto loves Bruce"

So di seminare sconcerto, data la mia notoria avversione ai gelati confezionati, invitandovi a consumare cornetti Algida fino allo sfinimento.
C'è una ragione: la Algida [cioè, la multinazionale che l'ha comprata, omologando i gelati in tutto il mondo, ma chìssene, tanto erano industriali...napoletani, ma industriali] ha indetto un formidabile concorso per l'estate 2009: VINCI UN MESSAGGIO D'AMORE IN CIELO.

Praticamente: ci si imbibina di cornetto, si va sul sito e si mette il codice del coperchietto nell'apposita pagina. Chi vince può far scrivere il proprio messaggio d'amore sulla coda di un aeroplanino e farlo passare sulla testa dell'oggetto del proprio amore.
Molto carino. Molto anni ottanta.

Ma perché dovremmo partecipare in massa, diranno subito i miei piccoli lettori?

Ma - ingenuotti! - per vincere e far passare sullo stadio Friuli la scritta:

ZERO AND BLIND TERRY, PLEASE


Più siamo, più possibilità abbiamo di vincere.
Dovete ammettere che è un piano che non può fallire.
Poiché mi rendo conto che chiedervi di imbibinarvi di cornetto non è poco, vi invito a seguire il mio proposito e a ravanare nei cassonetti della spazzatura alla ricerca di coperchietti del cornetto.

Oh, lo so, lo so cosa state pensando.
State pensando che è impossibile, che non ci riusciremo mai.
Mi rendo conto che le probabilità sono relativamente basse, ma se non cominciamo neanche, difficilmente riusciremo e - soprattutto: non funzionerà, pazienza, ma...
....se funzionasse???

martedì 16 giugno 2009

Sofisticati giochi di parole

Bruce:

Brucia:







Poi uno dice "Perché fai le vacanze a Stoccolma anziché al mare, tu che hai la Croazia a due passi?".


Ah, già - per quelli che non lo sapevano: sono una cicciona, è vero, ma quale garanzia migliore per la veridicità delle Larrycette?

martedì 12 maggio 2009

Tautologica e autoreferenziale


Egocentrica e piena di sè.
Vanitosa e tronfia.

Quelli che conoscono il mio pseudonimo - quello erroneamente scritto sulla carta di identità, intendo - lo inseriscano in Google [ma si dominino nei commenti ♥]

martedì 28 aprile 2009

Ognuno ha gli amici che si merita

Interno Giorno. Casa Tsitalia, ore 15:
Drììììn.

Larry: Opporcogiuda! Chi sarà? Già Zzi?
Telefono: Drììììn.

°°°Sintetizzo sulla pertinacia del telefono di squillare e la contestuale osservazione attonita dello stesso, intenta nella formulazione di ipotesi, che sono andate da "sarà Fastweb" a "sarà l'Accademia Svedese delle Scienze, per il Nobel di Fisica per gli albumi montati a mano"°°°

Larry: [Con circospezione] Pronto?
Voce della QG: [Pimpante] Ciao! Sono Anna!
Larry: ...
Voce della QG: [Delusa] Anna. Anna Altercoldi.
Larry: ...
Voce della QG: [Disperata] La QG
Larry: [Felice e illuminata] Ah! Ciao, che bello, come stai?
La QG: Eh, bene, dài, son contenta di trovarti, ti disturbo?
Larry: No, no, leggevo...

°°°Sintetizzo anche sui convenevoli di rito e le parti, pur pregnanti, del dialogo che vertono sulla vendita promozionale dei solari, sulla versatilità del balsamo corpo e le proprietà curative dell'arnica, sulle modalità di prenotazione dei miniset benefici e sugli effetti tonificanti dell'essenza echinàcéa [non ho mai saputo e mai saprò dove vada l'accento e mi sputtano così, mettendolo doppio, almeno sono certa di sbagliare].°°°

La QG: Ah, sai che son passata l'altra volta per strada e ho visto il cartello e (forse in un accesso di stupidità) ho pensato: "devo dirglielo, che magari non lo sa".
Larry: Che cosa?
La QG: C'è un concerto di Sprinsgteen a Udine, lo sapevi?

giovedì 23 aprile 2009

Un motivo valido per cui non voglio il ponte tra Scilla e Cariddi


Vorrei portare la Vostra attenzione sull'ultimo paragrafo:



"Che scemi".
Se questa è l'opinione sulla costruzione di un ponte di una creatura che ha un cervello grande come un pianeta, dovremmo, se non siamo in grado di convenire, almeno fidarci.

La faccenda dell' immenso ponte inutile costruito per ragioni prive di fondatezza, per i pignoli, continua così:




E pensare che su Sconchiglioso Zeta non c'era nemmeno stato il terremoto!

mercoledì 22 aprile 2009

Ma dove andremo a finire?

Un ristorante triestino propone in questi giorni una prestigiosa e costosa degustazione, ritengo a scopo formalmente divulgativo:

"Il pesce conservato"

M*****a!
Come a dire: tonno in scatola e acciughe sotto sale.
No, per carità, appetitoso è appetitoso, specie le acciughe sotto sale, magari in un sofisticatisimo abbinamento con un tozzo di pane e tanto bel burro. 
Però, via, farci una degustazione in ristorante, mi pare quasi una speculazione.
Diciamo pure una presa per il culo, dài!

Sarebbe come se l'AIS, con la scusa di farti capire com'è un vino cattivo, ti proponesse ai suoi costosissimi corsi una verticale di Tavernello.
Non son mica robe che si fanno!

martedì 21 aprile 2009

Kaiserschmarren schmeckt gut!

Liebe Freunde,
zu Ostern sind wir mit der Giraffe und dem kleine Hässliche in eine Osmica zu Mittag essen gefahren.
Für mich war es als für Rocco Siffredi in das Playboyslandhaus wegzuwerfen werden [ist das Verb wegwerfen trennbar?], wo erfindet er dass alle die Mädchen einen Keuschheitsgurt tragen.
Zum Glück, wurde ich belohnt [ndt: inventatissimo!] mit dem Kaiserschmarren.
Wie das Wort selbst sagt, ist das ein Schmarren, nämlich ein Omelett schlecht gemacht.
Hier folgt das Kochtrezept.

Nehmen Sie welche Eier und trennen Sie Eiweißen von Eidotteren.
In einem größe Behalter rühren Sie die Eidotteren, ein bißchen Saltz, Mehl und Rosine gut ver.
In einem andere größe Behalter schlagen Sie die Eiweißen mit dem Zucker.
Am Ende, mischen Sie beide die Vorbereitungen zusammen ver.
In einer grenzenlose Pfanne kochen Sie es wie ein Omelett, aber nehmen Sie sich in Acht!
Es ist grundlegend das Omelett während Kochens schneiden, damit es hässlich, wenn in dem Teller liegt, sieht aus.
Essen Sie es mit Himbeerekonfitüre oder was Ihr besser schmeckt!

Capito tutto?
No?
FORMIDABILE!

Essendo una ricetta della Giraffa, non la posso divulgare, altrimenti rimango vittima di un tragico incidente. Infatti, per la nostra incolumità, siamo stati bendati mentre veniva preparata.
Per coloro che sanno il Tedesco, ho attentamente badato ad omettere le dosi e a confondere la procedura infarcendo DI PROPOSITO la ricetta di strafalcioni ortografici e sintattici.
Non è che sono ignorante, è che volevo depistarvi!

venerdì 17 aprile 2009

Ooooh, she's the one!

Eccola.
E' bellissima.
Ho sguinzagliato il mio miglior segugio, ma alla fine l'ho trovata.

Tutto ciò che vuoi fare è crederle
e stasera proverai un'altra volta a lasciarti tutto alle spalle e fare progressi.
Lei può prenderti, ma se vuole spezzarti
si accorgerà che non è così semplice.
E non importa dove dormirai stanotte o quanto lontano scapperai
Oh, Lei è l'Unica:


giovedì 16 aprile 2009

Pericoloso rockettaro senza freni a chi?

L'ineffabile Zzi ancora una volta ha optato per la scelta migliore: andare solamente a Udine [l'argomento è "concerti in Italia di Springsteen", per gli illusi che credevano si parlasse di cucina qua dentro], lasciando perdere Torino e Roma.
Apparentemente una follia, ma il tempo sembra avergli dato ragione.
Questi due eventi, infatti, sono adesso in forse - non che li ritenga realmente a rischio, ma è sempre un po' d'ansia risparmiata.

A Torino si sono accorti che, anche quest'anno, a sorpresa, nello stadio c'è dell'erba che si potrebbe rovinare con lo scalpiccio del pubblico.
A Roma dev'essere andata più o meno così: uno ha detto "Ce sarebbe Brus Sprizzi che vor fare un concerto, che je diciamo".
- "Boh? Primo Maggio?"
- "Noooo. So' anni che disciamo che sona ar Primomaggio, poi, se 'oo famo cantà per davèro, che figura ce famo?"
- "Ah già. Mboh, 'un zo, vedi te, pe'mmè è uguale"
- "Ar disciannove de Luglio ce stà 'r compleanno de mi' socera, che sta 'n zona stadio. Se je facciamo un po' dde casino intorno p'oddarse che un so' obbligato a annarce anche quest'anno...c'ho 'aa scusa der parcheggio, der casino...p'oddarse che riesco pure a annar'a Ostia..."
- "E allora dije disciannove de Luglio, chemmelochiediaffare?"
- "Vabbène. Però...'un zo"
- "Checce stà, ancora?"
- " 'un zo, sto disciannove de Luglio, me pare che me dichi quarcosa"
- " 'un me pare...sarà er compleanno de' tu' socera"
- "...sarà, sì"

Poi, ed è Cronaca, come riporta anche il blog di Zzi, si sono accorti che nello stesso giorno la città deve accogliere il publico dei campionati mondiali di nuoto.
Pubblico che, con rispetto parlando per i nuotatori, il loro pubblico, le loro schiene e i loro culetti, non è esattamente la folla del Giubileo o dei Mondiali di Calcio.
I fan di Springsteen saranno anche meno, dato che finiti i biglietti, [più o meno] finiti gli spettatori.

Ma le autorità devono salvaguardare l'incolumità delle famigliole giunte a frotte per vedere i nuotatori e optano per lo spostamento del concerto, al fine di impedire che i "pericolosi rockettari senza freni" possano metterne a repentaglio la sicurezza.

Siamo pericolosi rockettari senza freni.
STI CAZZI.
Vedete? Ho anche il gergo scurrile del delinquente.
Ora che ci penso, una volta ho imbrattato una saracinesca: ho appiccicato un post it con scritto "Su qui e qua l'accento non va, su là e lì invece sì" sulla serranda di un tabaccantesgrammaticato [un tabaccaio, ma a Genova li chiamiamo tabaccanti, dà un'idea di maggiore operosità: tabaccano dalla mattina alla sera, mica stan lì a farsi mangiare il belino dalle mosche] .
E ho rubato. Più volte mi sono intascata delle bustine di zucchero che non ho mai messo nel caffè.
Senza contare gli atti di vandalismo: con cadenza quasi mensile cerco di ledere la pavimentazione della città a ginocchiate o culate [dipende dai tacchi che porto].

E chissà quanti sono i pericolosi rockettari senza freni come me, spesso infiltrati anche in ambienti rispettabili, per minarli dall'interno.
Faccio un esempio a caso: Beppe Severgnini. Lui è chiaramente un guerrafondaio, un facinoroso, una testa calda...da averci paura a incontrarlo in un vicolo.

Per fortuna, come in tutto, c'è l'eccezione che conferma la regola: il Ministro degli Interni Maroni, pacato, rispettoso delle forze dell'ordine e gentile nei modi.
Forse lui potrà permettere lo svolgimento del concerto dando fiducia al tumultuoso pubblico di Springsteen, aprendo con esso un dialogo e invitandolo ad un comportamento composto e costruttivo attraverso il proprio stesso esempio.

Insomma, nonostante il deplorevole pubblico, pare che la Capitale e il suo sindaco Alemanno siano in grado di ospitare il concerto del Boss [che - quale momento migliore per ricordarlo? - lo scorso Halloween ha chiaramente manifestato un'inclinazione al satanismo].

Ame, intanto, vien voglia di fare domanda di annessione all'Austria.

martedì 14 aprile 2009

Un'altra occasione perduta...

Un paio di giorni fa ho ricevuto una mail, che recitava qualcosa come:

"Martars 21 tacarà il cors di lenghe furlane di nivel base a  Tavagnà.
Al è cence spese e viert a ducj. 
Par informazions e iscrizions, clamait il numar 0432-577355: sportel pe lenghe furlane, Elena Pecile."

Alla prima lettura ho capito solo il numero di telefono, poi ho letto sotto la traduzione in Italiano e ho ripetutamente colpito lo spigolo della libreria con i lobi frontali, perché è a Tavagnacco.
....ma tanto non è che mi insegnavano a fare i cjalzons, vero???


sabato 11 aprile 2009

...ma basta che sia rossa???

Se fosse vero, sarebbe una notizia fantastica.
Sono giorni che il Corriere della Sera, e non solo lui, si occupa della presunta relazione extraconiugale di Springsteen, attualmente in tour negli Stati Uniti con il nuovo album, con una signora, il cui marito ha intentato causa di divorzio accusando proprio il buon Bruce di essere la causa dell'infedeltà della consorte.

"Dove sta la buona notizia?", osserveranno i meno attenti.

Sulla capacità di Springsteen di tenere la patta chiusa non si può certo mettere la mano sul fuoco, date le chiacchiere precedenti, date le leggende sulle imprese giovanili e dato il fatto - inconfutabile - che La Patti ha fatto un po' di mesi in prova con mansioni di amante prima di essere assunta come seconda moglie.
La sola cosa che potrebbe farci dubitare della verità del fatto è che anche questa nuova presunta amante, come la vedova incontrata durante le commemorazioni per i caduti dell'11 settembre di di cui si chiacchierava qualche anno fa, avrebbe - come La Patti - i capelli rossi.
E belin.
Un'altra? E poi: non è un po' pochino, come indizio?
Il Corriere ha anche pubblicato un'immagine con i profili delle due donne a confronto. Non due gocce d'acqua, ma indubbiamente lo stesso genere.

Riflettiamo un momento: facciamo finta di avere in casa della pizza e di non aver voglia di cucinare. Che facciamo? Chiamiamo la pizza?
No, la pizza c'è, chiamiamo il cinese o il kebab.

E allora, cosa mai dovrebbe spingere uno che ha già in casa una rossa, vecchia, secca e con la faccia da stronza ad avere una scappatella con un'altra rossa, vecchia, secca e con la faccia da stronza?

Intendiamoci: non faccio fatica a credere che La Patti abbia più corna in testa di una cesta di lumache, solo mi pare al limite della parodia il fatto che Springsteen non resista dal timbrare ogni rossa che vede.
Dài!
Su.
Non è possibile.
...Non esiste che basta che sia rossa, su, non sta né in cielo né in terra.
Sono bubbole, sono favolette per alimentare il mito in periodo di tour...come minimo ha messo in giro la voce Jon Landau.
Avanti!
....
Siamo seri!
Come se adesso una va là coi capelli rossi e - ba-bam, fatta!
Non può essere.
Dài, no!
...
Cioè, tipo che te vai là e solo perché c'hai i capelli rossi vai a vedere la collezione di farfalle da viaggio...è una puttanata chiara come il sole!
Non ci crede neanche un bambino!
Impossibile!

Ora perdonatemi, vi devo salutare perché temo di far tardi dal parrucchiere, che è stato così gentile da incastrarmi un appuntamento senza preavvisto: devo fare la tinta.

lunedì 6 aprile 2009

Ipnosi per Vendere

Siete padroni di non crederci, ma girano per davvero newsletter di iniziative come questa.
Dopo aver pensato "mavaffanculosfigati" e aver opportunamente risposto con oggetto "Cancellazione Newsletter" [credo di conoscere l'Idiota che mi ha inserito nella mailing list], non ho potuto fare a meno di farvi apprezzare certe perle di comunicazione.
Giuro su quello che ho di più caro al mondo che le parti in corsivo sono riportate testualmente.


Hai difficoltà a chiudere un contratto, non sai interpretare i messaggi del cliente?

Tradotto:
Sei un incompetente, non conosci i prodotti che vendi e non sai rispondere alle domande che ti vengono fatte a riguardo?
Non capisci che quando il cliente ti dice "Stiamo valutando" significa "Smettila di telefonare ogni giorno per sapere cosa ne penso, se decido di comprarlo ti chiamo, ma se mi bombardi di chiamate ottieni solo di farmi girare il belino, idiota!"?

Ecco un corso unico in Italia: approfittane prima che sia ancora una volta qualcuno ad arrivare prima di te!

Tradotto:
Sei l'ultimo della Terra! Sei il RE degli Sfigati!
Sei talmente pirla che solo tu puoi pensare di rimediare alla tua cialtronaggine con una cialtronata.
Per nostra fortuna, ce ne siamo accorti e ne approfittiamo!

Immagina di poter raggiungere i risultati che vuoi e che le tue vendite siano in realtà delle grandi opportunità per i tuoi clienti, che ti saranno grati per i tuoi consigli per i mesi e gli anni a venire.

Tradotto:
Sappiamo benissimo che lo scopo è inculare i clienti, nessuno ha mai creduto che il prodotto che vendi e il servizio che offri siano veramente utili a qualcosa: nemmeno tu!
Infatti tutto l'assunto è retto da "Immagina", cioè: ammetti che non è reale!
Se riuscirai a vendere qualcosa, sarai il solo a trarne vantaggio, i tuoi clienti si sentiranno truffati, ti detesteranno e parleranno male di te perché sei stato scorretto e inadeguato...ma non pensarci! Vivi in un mondo di zucchero filato rosa e ignora le conseguenze del tuo operato.
Se non puoi risolvere un problema, ignoralo!!!

Questo è il corso che trasformerà questo sogno in realtà.
Scopri gli elementi utili e gli strumenti per trasformare la tua professione in un successo!

Tradotto:
Vogliamo incularti come tu vuoi inculare i tuoi clienti: vieni a provare tra le tue chiappe come facciamo!


Vorrei per la prima volta dall'esistenza di questo blog, offrire uno spunto di riflessione serio: io non posso pensare che la mia vita e la sua qualità siano messe costantemente a repentaglio perché elementi del genere sono a piede libero.
PRENDIAMO I NOMI DI QUELLI CHE SPENDONO MILIONATE IN CORSI COME QUESTI E TOGLIAMO LORO IL DIRITTO DI VOTO E LA PATENTE!

sabato 4 aprile 2009

A me mi piace un sakko l'oxa

Siamo andati a vedere Genio Neghi, cioè Evgenij Onegin, opera lirica di Čajkovskij tratta dall'omonimo romanzo in versi di Puškin, autore, tra l'altro, anche del Boris Godunov da cui l'opera di Musorgskij.

Allestimento pazzesco, posti buonissimi [sebbene inizialmente divisi sulla base del ragionamento dell'astuta bigliettaia secondo il quale, se uno va da solo a comprare due biglietti, vuol dire che il secondo spettatore gli sta sui coglioni, quindi gli vanno dati posti distanti], pubblico - come di consueto - un po' indisciplinato, ma nei limiti dei sopportabile.
Quindi, si direbbe, tutto bene.

La figata del Verdi è che è sopratitolato, cioè c'è uno schermo, sospeso sotto l'arcoscenico, su cui compaiono i versi - o la traduzione di essi - man mano che vengono cantati.
Molti lo avranno apprezzato in questa opera, che è in Russo; per me è fondamentale sempre, perché non capisco una sillaba di quello che dicono i cantanti. Neanche "libiamo" nella Traviata: me lo aspetto, lo deduco, ma non lo distinguo.
Insomma: per mia disgrazia, sono abituata a passare dallo schermo alla scena, so seguire l'opera senza perdere una riga del karaoke.

Ed è grazie a questa nefasta abilità che assisto alla tragedia.
Ero da poco passata sopra alla virgola tra due coordinate; "capita", mi son detta. Non dovrebbe, ma capita. Può sfuggire, metti che il Russo sia una di quelle lingue che mette la virgola sempre e comunque tra due proposizioni, il traduttore magari l'ha riportata per praticità ed è scappata alla correzione della bozza....insomma, è un'ipotesi un po' campata in aria, ma non è inverosimile.
E poi l'orrenda visione: qual è con l'apostrofo.

"Dove???" - direte voi? Legittima domanda.
Dove cazzo mai si mette l'apostrofo in "qual è"? Non vedo posti dove un apostrofo possa stare: q'ual è? qua'l è?
Sono tutte proposte altrettanto valide di quella che ho visto io: qual'è.
Questo non ti può sfuggire: lo devi volere.
Devi scegliere consciamente di mettere un apostrofo tra la L e la E.
E quale demone malvagio ti spinge a farlo?
"Qual" è una parola che esiste così com'è: è quello che si chiama "troncamento". Non è un'elisione, non è - cioè - la caduta momentanea di una vocale davanti ad un'altra per ragioni foniche, segnalata da un apostrofo ad indicare, per l'appunto, che in quel posticino ci starebbe qualcosa.
Tra "qual" ed "è" non manca niente. "Qual" è un troncamento di "quale", formato, fossile, cristallizzato, immutabile e che vive di vita propria.
Qualcuno ha mai scritto "qual /apostrofo/ buon /apostrofo/ vento?" Eppure "buon" è come dire "buono".
"Mmm, come fumerei volentieri un buon' sigaro, ora!"
Vi pare normale? E allora perché qual è con l'apostrofo?

Colgo l'occasione per sfogare altre mie fisime senili:

1. "Un po'" con l'apostrofo, non con l'accento. Rappresenta "un poco": fai cadere "-co" e ci metti un apostrofo per indicare che manca qualcosa.
L'accento, perché? Su quale altra sillaba immaginaria cercheresti di far cadere l'accento, altrimenti, da sentire l'urgenza di specificare che - invece - lo vuoi proprio mettere lì?

2. La K non è una lettera dell'alfabeto italiano. Sicuramente, ne rappresenta alcuni suoni. Allora, sii coerente: o scrivi in alfabeto italiano - e mi fai il santo piacere di usare c, ch e q - o scrivi in alfabeto fonetico.
E adesso ti voglio vedere a mandare messaggini, 'mbecille!

3. A proposito di messaggini: tutti li chiamano SMS, per brevità, ritengo. Ma SMS significa "short message service". Quindi, quando dite "ti mando un sms" dite "ti mando un servizio di breve messaggio". Ha senso? Dite messaggio, costa uguale.
Se, invece, dovete digitare e volete risparmiare caratteri [scusa patetica dietro la quale si trincerano i fruitori di K e "po'" accentati], sintetizzate altrove.
Se un concetto non può essere espresso in 160 caratteri, forse vale la pena telefonare!

4. L'aspetto estetico della propria scrittura è la grafia. A seconda che sia comprensibile e gradevole da vedere, ciascuno può avere una bella o una brutta grafia.
Se è bella si chiama calligrafia.
Di conseguenza non si può avere una brutta calligrafia. E' insensato.


Ci sono già io, al mondo, che blatero senza ritegno.

Voi, che siete più saggi, badate a quello che dite e scrivete!

mercoledì 1 aprile 2009

Genio Neghi

Se sopravviviamo a questa settimana, venerdì o sabato andiamo a teatro a vedere l'Evgenij Onegin, drammone dei drammoni di Tschaikovskij, in realtà versione musical del drammone dei drammoni di Puskin.

Ecco la trama, che Via col Vento gli fa una pippa:
Il protagonista è un fighetto della Russia dell'Ottocento. Ricco senza aver mosso un dito, figa a volontà, scazzo perenne, mai contento. Una specie di Raskolnikov coi soldi, una cosa a metà tra Lapo Elkann e Mirko di Mai dire Martedì.
Un bel giorno succede che Genio viene invitato da un suo amico a casa della morosa in campagnetta e a Genio, che non gli va mai bene un belino, che c'ha sempre da ridire su tutto, che si scassa le balle a far qualsiasi cosa, stavolta ci prende lo sghiribizzo di dire "Dài, vengo".
Ora, non è che Genio sia un portento di simpatia, non fa neanche niente per piacere, però se vivi in campagnetta in Russia nell'Ottocento e il tuo solo svago sono gli Harmony dell'epoca, chiaro che appena vedi un uomo che non è un contadino sdentato ottuagenario ti ci butti come in un lago nel deserto. Comprensibilmente, per l'entusiasmo di vedersi profilare all'orizzonte un po' di belino, Tatijana si lancia in una [lunga] aria da soprano, che adesso non ve la so rifare, ma che poi se la sentite dite "Ah, è quella!".
Va detto anche che Tatijana è anche la sorella più giovane, quindi completamente in balia dei suoi ormoncini russi dell'Ottocento:ecco perché la scriteriata scrive a Genio una lettera in cui gli delira il suo amore folle.
Genio, che è sì un puttaniere professionista e uno che la moralità l'ha seppelita a cinque anni, ma c'ha anche un'immagine da difendere, le da dei tagli da paura.
In seguito, così, solo per il gusto di rompere il belino e perché è il protagonista di un drammone russo dell'Ottocento, quindi piantare casini senza senso è un po' il suo lavoro, durante un ballo, Genio prima scassa i maroni all'amico dicendogli che la sua morosa è un cesso e che la sorella piccola era molto più materassabile, poi ci fa lo scemo tutta la sera.
Al che all'amico ci pare di essere vagamente preso per il culo, i due finiscono col rattelare e a momenti finisce a testate. Ora che i due si son calmati, han talmente smarronato con tutti i presenti che gli tocca sfidarsi a duello.
La mattina dopo Lenskij - nominiamo l'amico, povero cristo, che sta per morire - presagisce che la fine è prossima [Grazie al cazzo: si chiama Lenskij l'opera? No si chiama Genio Neghi, chi sopravviverà????] e canta 'sta aria struggente sull'amore per Olga, il paesaggio innevato, la vita, l'amore , tutt' quant'.
Genio spara per primo, fa secco l'amico in men che non si dica, ma - ohibò! - è spinto dal senso di colpa ad andare in esilio.
Potremmo finirla qua, potremmo essere soddisfatti così, ma no: il grande drammone russo dell'Ottocento ha ancora grandi emozioni da regalarci.
Anni dopo, Genio va alla festa del cugino principe generale mostriciattolo alieno Gremlin [ve l'avevo detto che c'era tutto, o no]. Il lupo ha perso il pelo ma non il vizio e subito nota una gnocca da paura, ma quando si informa sull'identità della patatona non solo scopre, con sommo scorno, che è la Tatijana, ma anche che è la moglie del Gremlin!
Con una mossa imprevedibile - o forse pensando che se la ha usata lei è perché su di lei funziona - e con una faccia di tolla che lascia tutti di stucco, Genio tenta di conquistare la Tatijana con una lettera [...non ho parole!]
Ora, la Tatijana non è proprio di legno e il bastone di Genio le è palesemente rimasto di traverso, ma è anche orgogliosa come una merda e, pur in un mare di lacrime, lo respinge, rinfacciandogli, giustamente, di adesciarsi troppo tardi.
Che poi, lo sa anche la Tatijana, se lei non fosse diventata la principessa della figa e non avesse sposato il Gremlin, a Genio neanche ci veniva più in mente, quindi ben gli sta.
Tiè!

Forse condizionato dalla serie di sfighe che si abbattono sul protagonista che rifiuta l'amore della fanciulla quando a Tschajkovskij è capitato di ricevere una lettera d'amore da un'ammiratrice, il compositore non ha osato sputare in faccia alla miseria e ha educatamente accettato la proposta di matrimonio della sua fan.
Purtroppo, lì per lì, lusingato da tanta manifestazione di stima e di affetto, non si è ricordato di essere buliccio, quindi il matrimonio è andato a scatafascio in pochi mesi.
Che poi...anche non fosse stato buliccio...insomma, così, senza conoscersi, che pretendevano?

Io, 'ste isteriche che si innamorano pazzamente dei musicisti solo ascoltando quello che fanno proprio non le capisco.
Proprio no.

lunedì 23 marzo 2009

Giochiamo al dottore?

Stamattina, durante il mio lavoro di edicolante, ho scoperto questo sito:

http://image-challenge.nejm.org/#03192009


Si va lì e si tira a indovinare la diagnosi dalla foto.
E' abbastanza di cattivo gusto mettersi a giocare con le malattie degli altri, sono la prima a rendermene conto, ma non è poi moralmente tanto lontano dal guardare il Dottor House, ed è sicuramente più istruttivo.

PS - astenersi fighette impressionabili

sabato 14 marzo 2009

Motivi del cazzo per cui non voglio il nucleare

Perché sprecare ciò che abbiamo per rendere necessario procurarsene ancora è una logica demenziale, che non ha senso con le scarpe, figuriamoci con l'energia.
Perché gli impianti c'erano e abbiamo già deciso di farne a meno, cerchiamo di non fare la solita figura da quaquaraquà.
Perché se volevo vivere pericolosamente facevo la rockstar o l'autista del tram di Opicina, se faccio l'edicolante con l'hobby dell'indoeuropeo un motivo ci sarà!
Perché costerà un casino di soldi dei contribuenti mettere in piedi la baracca e farla funzionare, non diciamo minchiate!
Perché gli Italiani non sono esempi di disciplina e sicurezza, pensiamo davvero di saper fare meglio dei Russi?
Perché alla richiesta del mio Paese "Dacci dei soldi in cambio di una cosa superflua e a tratti pericolosa" ho già risposto "Eccovi il canone RAI".
Perché le centrali non si spengono di punto in bianco come un lumino da notte e se fin'ora abbiamo fatto a meno dell'energia che ne è comunque scaturita, evidentemente così vitale non era.
Perché tra dolci, fritti e sedentarietà ho uno stile di vita abbastanza scorretto da non aver bisogno dell'aiuto del premier per uccidermi, ma grazie della disponibilità!!!
Perché se una cosa ce l'hanno i francesi, a meno che non sia Trezeguet [o la Bellucci], non la voglio per partito preso.
Perché a Bruce pareva una puttanata già trent'anni fa:


...e questi sono solo i motivi del cazzo, figuriamoci se - per assurdo - ci riflettessimo seriamente...

giovedì 12 marzo 2009

Focaccia di Recco

Qua si ride, si scherza, ci si prende in giro e si guarda tutto attraverso gli occhi del demenziale [della demente: i miei], ma in certe situazioni occorre moderarsi.

Alla Focaccia di Recco bisogna accostarsi con serietà e rispetto.
Essa è la regina incontrastata della tavola del Tigullio, probabilmente il più grande contributo che Genova ha dato al mondo, dopo il gioco del lotto, i jeans e Francesco Baccini [noi genovesi siamo schivi, di gente come Colombo, Mazzini, de Andrè, Montale, Paganini, Renzo Piano e Vittorio Gassman non ci piace mica vantarci].

Le modalità di preparazione sono chiare:
Impastare 250gr di farina con un cucchiaio di olio extravergine d'oliva e acqua fredda quanto basta per ottenere una palla liscia.
Far riposare in luogo asciutto e tiepido per un'ora.
Stendere in due dischi sottili.
Qua cominciano i grattacapi perché dopo un'ora la palla ha sviluppato una memoria ed è perfettamente capace di ritornare alla configurazione iniziale.
Non importa quando rapidamente ed energiacamente la stendiate, la pasta della focaccia tornerà sempre una pallotta beffarda che vi guarderà sfrontata dalla madia.
A questo punto, ci si gioca l'ingrediente segreto: si chiama il paziente marito [che se ne stava tanto tranquillo davanti al pc] e gli si mette in mano il mattarello.

Improvvisamente, la pasta si fa docile e, lentamente, ma inesorabilmente, comincia a cedere.
A questo punto, il marito la solleva tra le dita e la fa ruotare, prima fra le mani, poi sui polsi, azzardando mosse aeree da pizzaiolo acrobatico.
['fanculo]
Dopo tanta inutile ostentazione di bravura, si può disporre sulla teglia unta il primo velo di pasta e distribuirvi sopra lo stracchino a cucchiaiate.
La regola delle regole vuole che vi vada l'Invernizzina, ma la cosa importante è che lo stracchino non sia troppo fluido, altrimenti in forno ce lo giochiamo.
Copriamo con il secondo velo di pasta, quello - se possibile - ancora più sottile
Ora si rimuove la pasta in eccesso, si piegano accuratamente i bordi per evitare perdite di formaggio e si condisce la superficie con un filo d'olio extravergine d'oliva e un pizzico di sale.
Ricordatevi di farci i buchetti, altrimenti diventa una mongolfiera che appena tocca la resistenza esplode dando luogo ad un disastro eco-caseario nel vostro forno.

Alla fine viene così

E ha un profumo tale che ci siamo avventati a mangiarla senza neppure ricordarci di farle una foto finché era intatta

lunedì 9 marzo 2009

Torta Tricioccolatata

Una delle mie più note caratteristiche è quella di essere perseguitata dalle bande musicali, che detesto.

Non ho mai capito se è per via di una sorta di legge di Murphy, per la quale, odiando le bande, ovunque io vada ce ne è una in agguato, o se la mia avversione è la reazione fisiologica all'incontrare da trent'anni, con assurda frequenza, bande e fanfare in ogni occasione.
Io sono lì [seduta in cima a un paracarro] che sto pensando agli affari miei e d'improvviso – paaarapaaa – arriva la banda col suo fracasso infernale e tutta quella roba che luccica.
Sto tranquilla in coda alla posta e – parapaaaa – diventa tutto un barrire e brillare, soffiare e scintillare.

Non che butterei tutti i pifferi [metonimia valida per praticamente tutti gli aerofoni, tranne l'organo, credo] nel cratere dello Stromboli però, in tutta franchezza, se nel prossimo tour ci risparmia i Miami Horns sono contenta lo stesso.

Ultima beffa del Nume Custode e Vindice delle Bande è il dono di una nuova preziosa amicizia musicale, la già citata musicista di fama internazionale, trombonista - manco a dirlo - per celebrare la cui consacrazione a Professoressa ho preparato un dolcino.

Essendo una laurea triennale [ho un giro di pivelli] ho optato per la Torta Tricioccolatata.

Si fa così:

Si prepara la base della Torta al Cioccolato per Antonomasia, utilizzando tre quarti delle dosi, ottenendo un disco di medio spessore che se anche non forma una voragine sulla superficie siamo contenti lo stesso!


Mentre il primo disco raffredda, se ne prepara un altro con la stessa procedura, ma impiegando cioccolato al latte. Anche questo sarebbe preferibile che mantenesse le proprie faglie il più prossime possibile
Si prepara intanto una farcitura leggera, lavorando a spuma 500 gr di mascarpone con due cucchiai di zucchero a velo e due tuorli d'uovo montati con tre cucchiai di zucchero semolato.
Al composto si uniscono 100 gr di cioccolato al latte ridotti grossolanamente a scaglie


Eccoci al momento di suspance: bisogna tagliare a metà ciascun disco cercando di ottenere quattro dischi di uguale spessore.
Possiamo passare sopra al fatto che siano, magari, un po' sproporzionati, ma è importante che il taglio sia regolare e condotto lungo un piano il più parallelo possibile alla base, perché i dischi andranno assemblati alternati e, così facendo, non ci sarà modo di compensare concavità/convessitudini!


Spalmate [spalmate è una parola grossa: distribuite meglio che potete] sul primo disco metà della stracciatella di mascarpone e coprite con un disco ricavato dall'altra torta.

Su questa nuova superficie spalmate [stavolta è fattibile] un abbondante strato di marmellata di ciliegie [dà al tutto un gusto più dolce e zuccheroso, se ne sentiva la mancanza...] e disponete sopra il secondo disco della prima torta.

Coprite anche questo con la farcia di mascarpone e cioccolato. Essendo piuttosto solida, potete approfittarne per compensare con essa eventuali irregolarità della superficie

Finite con l'ultimo disco di torta.
Non è importante con quale torta cominciate, badate, magari, a terminare con un "sopra", la cui superficie liscia facilita il processo di glassatura.
Se disponete di un "sopra" meno terremotato del mio, tanto di guadagnato.

A tempo perso vi sarete dilettati a foggiare scritte e tromboni di cioccolato fondente su ogni centimetro di carta da forno che avrete trovato in casa.
Badate che per ovviare alle irregolarità di stesura del cioccolato sarà necessario disporre le decorazioni sulla torta all'incontraire.
Il che, se non è un grosso problema per il trombone, richiede di farvi possedere dall'anticristo per le scritte.

Il trombone è uno strumento infido da riprodurre, sono generalmente necessari 28 tentativi prima di ottenerne uno, se non proprio presentabile, in cui almeno si apprezzi lo sforzo.
Attenzione perché il cioccolato fuso tende a squatragnarsi sulla carta da forno prima di coagulare, perciò i raffinati dettagli di contrappesi, valvole, giunzioni e sfiati diventano impietose patacche.
In questo caso vale tutto: dalla phonata di aria fredda [super-rischio] alla carta da forno posata sul ghiaccio, al marito che soffia [piano!] sul disegno.

Ora che la torta è assemblata e le decorazioni si stanno in qualche modo coagulando, fate sciogliere a bagnomaria 300 gr di cioccolato bianco [e se no il terzo cioccolato dov'era???] e coprite la torta con il Galak liquido.
Cercate di glassare anche i lati della torta, smerdando il centrino il meno possibile. Meno di quello che ho fatto io.
Finché il cioccolato bianco non è ancora completamente rappreso, approfittate dello stato plasma per disporre su di esso le decorazioni, che in questo modo vi rimarranno fissate.

Attenzione: la glassa è come l'oceano: non restituisce quello che vi si butta, quindi prendete le misure con estrema attenzione; fatevi passare quel cazzo di tremito alle mani da Salvate il Soldato Ryan e staccate, con tutta la delicatezza del mondo, il trombone dalla carta da forno.
Attenzione a non romperlo.
E' fragilissimo, occhio.
Merda.
Il trombone è troppo lungo. O il diametro della torta è troppo corto.
/sigla/ E' IL MOMENTO DELLA CRISI DI NERVI /fine sigla/
C'è una soluzione sola: accorciare il trombone.
Tradotto: spezzare con le vostre mani quello che fin'ora avete cercato con tutti i vostri sforzi di mantenere intatto. Mentre meditate seriamente di farvi cambiare legalmente nome in Medea, cercate almeno di non fare scempio delle spoglie del trombone e di amputare in maniera netta e pulita, ricucendo il più precisamente possibile le parti


Va da sè che, se era lungo il trombone, è lunga anche la scritta "congratulazioni". Siete troppo sfiniti per avere un'altra crisi di nervi, oltretutto, senza neppure l'effetto sorpresa, sarebbe ancor più da stupidi; quindi, lasciate intatti quei due piatti spaiati che vi sono rimasti e dedicatevi a realizzare altre decorazioni.
Per esempio, un inedito e imprevedibile pentagramma!
Dopo 55 righe troppo spesse per essere fruibili dal punto di vista estetico e 15 troppo sottili per esserlo da quello pratico, orientatevi su una sicuramente più gradita chiave di sol campata in aria e due crome accazzo giustificate da una soluzione grafica infantile


Posto che la prossima volta vi scegliete amici affetti da amusìa, sordità o che al massimo suonano il triangolo, ora dovete solo trasferire l'incudine svizzera in un portatorta di cemento armato e poi potrete iniziare a pensare con angoscia al giorno della specialistica.

lunedì 2 marzo 2009

Un pomeriggio culturale

Anche ieri ci è arrivato il mesaggino del Verdi che ci ha reso nota la disponibilità di un trilione di biglietti a metà prezzo. Facciamo due conti, capiamo che it's now or never, e ci fiondiamo in coda, con le carote ingoiate intere che mi infilzano le pareti dello stomaco.
Gli springsteeniani, notate, fanno la coda anche per l'opera, altrimenti non si devertono.
I posti rimasti sono quelli che sono, sempre un po' laterali, dietro una colonna, con un riflettore in mano, in equilibrio sulla ringhiera...ma per dieci euro non è che si possa andare tanto per il sottile.

Ci vengono assegnati posti di loggione laterale, molto a destra guardando il palco: da lì ci perdiamo tre quarti della scena, in compenso la buca dell'orchestra è ben visibile, specie sporgendosi pericolosamente. Da questa altezza, se perdo un orecchino uccido un aerofono [non è che sono distante, è che proprio non so distinguerli!].

Ma da quassù, per soli dieci euro a testa, assistiamo a ben DUE spettacoli DUE.
Il violino della seconda fila a sinistra, contando dal direttore, è svogliato e si regge la testa. Si asciuga spesso l'occhio destro; forse ha la congiuntivite.
La Violinista Coi Capelli Rossi alla sua sinistra è molto presa dallo stato d'animo del collega e gli dice qualcosa, evidentemente per confortarlo. Dal modo in cui gesticola capisco che vuole persuaderlo di qualche somma verità filosofica - tipo che le bionde sono tutte puttane.
Io capisco che la morosa l'ha scaricato la sera prima. O la mattina stessa, magari. Non c'è altra spiegazione.

Uno che ha la congiuntivite lo compatisci, non lo consoli, non cerchi di farlo star meglio parlandogli. Lui suona poco, perde il segno, è pronto per pizzicare quando bisogna strofinare e inizia a stofinare un sospiro dopo gli altri, dopo che la Rossa gli ha mostrato ad archettate a che punto dello spartito stiamo.
Da un certo punto in poi anche il violinista della fila davanti a lui, il sosia di Alan Friedman, comincia ad interessarsi della telenovela e si gira sporadicamente per vedere come va, scambiandosi occhiate con la Rossa, la quale scuote il capo, sconsolata.
In seguito, la Rossa - palesemente innamorata dell'infelice, per la cronaca un biondino scarmigliato con la barba lunga, gli occhialetti e l'aria dell'artista problematico, ma a tratti scanzonato, una cosa a metà tra Enrico Ghezzi e Ewan Mc Gregor, uno che alla mattina deve spalare la figa dalla porta di casa, altrimenti non riesce a uscire - le prova tutte per distrarlo e farlo sorridere, dalla pantomima allo spogliarello.

Mezza orchestra si appassiona all'evoluzione delle vicende sentimentali del giovane Kenobi; l'altra mezza ha le balle girate perché ha già capito che stasera finisce che la Rossa - sempre per amicizia, sempre per consolarlo - gliela dà, e pensa con fastidio alle future rappresentazioni in cui, a rapporto inevitabilmente terminato [lui, lenite le sue pene e soddisfatto il suo pene, si stufa subito e le darà dei clamorosi tagli - lei, che gli vuole bene veramente e vorrà almeno conservare l'amicizia, lo angoscerà standogli addosso come una madre], la tensione fra i due farà somigliare la buca dell'orchestra ad un gigantesco congelatore da autogrill per il cornetto Algida.

I tempi non sono ancora maturi, comunque, e i più ingenui partecipano alla gara di simpatia per risollevare il biondino; tra essi si distingue un gigantesco sosia di Richie LaBamba [oggi i sosia mi vengono così, che posso farci?] che, al rientro dalla pausa fra i due atti, gli assesta una amichevole pacca sulla collottola che a momenti lo riduce alla paralisi e lo "invita" a prendere posto con il garbo, e l'espressione rassicurante, di Luca Brasi.
Anche nel secondo atto il giovane Kenobi ha la testa da un'altra parte, tiene il violino con il solo mento e il gomito destro appoggiato alla balaustra, con la faccia di quello che è lì perché ce l'hanno portato di peso, ma lui voleva stare a casa a imbruttirsi davanti alla partita; che poi, a ben guardare a lui la musica neanche ci piace, è lì perché ha un fratello che ha dodici anni più di lui e suona la chitarra, e quando lui era bambino vedeva che il fratello, suonando, prendeva un sacco di gnocca e allora quando aveva quattro anni ha detto "voglio suonare anche io, ma non la chitarra, che sono capaci tutti, no, io suonerò una cosa molto più difficile per far vedere che sono più bravo...tipo...tipo...il violino!", e disgraziatamnte sua mamma gli ha detto "va bene". Oppure aveva una zia pazza e megalomane che anziché regalargli un pallone gli ha regalato un violino e sfiga volle che fosse anche bravetto a usarlo, ma lui non voleva fare il violinista, e adesso se anche il violino cade e si sfascia non gliene frega niente.
Lui voleva fare l'alberghiero e aprire una friggitoria a Tampere; se avesse una friggitoria a Tampere a quest'ora non avrebbe il cuore spezzato a causa della Stronza Imperiale che lo ha piantato perché l'altra sera, mentre lui suonava in teatro, è andata a bere "una cosa" con le amiche e c'era questo qui, questo Andrea, così simpatico, che fa il commesso in un negozio di consumabili, tipo toner, cartucce, roba così, e sta tutto il giorno su internet, e legge un casino, ma roba che dovresti sentire - amore - quante ne sa, cioè, tiggiuro, è simpaticissimo, tipo che sa tutte le barzellette su Chuck Norris, e poi mi ha detto che anche lui ha la fidanzata che lavora alla sera - come te, amore - perché fa la cameriera, e allora capisce che noia il dopocena da soli, e così mi ha detto che la prossima volta che suoni di venerdì sera magari intanto io e lui andiamo a mangiare una pizza o a vedere un film, e poi tu e la fidanzata ci raggiungete, così andiamo a bere una cosa. Mi ha detto che al cinema adesso c'è questo film che si chiama "piccolo grande amore" che lui lo vorrebbe vedere, ma che lo sa già che alla morosa non piace, perchè lei è una che di sera fa la cameriera perché di giorno studia, sta facendo un dottorato, un master, non lo so, non ho capito, Storia di qualcosa, figurati, cheppalle.
Ecco, è così che dev'essere andata.
La Stefania, dopo cinque settimane di passione, l'ha piantato per uno sfigato che va a vedere film di merda [presumo, mi rifiuto di verificare] e ascolta solo Radio DeeJay. Probabilmente gli spuntano le mutande dalla cintura di Gucci.
E ora il giovane Kenobi ha la testa fra le mani e l'amorevole sguardo della Violinista coi Capelli Rossi sul tormentato capo. Lei fa quasi pena, non è neppure più eroica, in tanta dedizione, è un macchiettistico incrocio fra Lucy Van Pelt, persa dietro a un musicista che non la calcola, e Piperita Patti, che rifiuta il fatto che Charlie Brown sia innamorato di un'altra a livello praticamente inconscio.

Io non mi accorgo nemmeno più di quello che accade sulla scena, salvo qualche sporadica occhiata nelle meritevoli scollature del coro, presa come sono a decifrare i pochi gesti che possono scambiarsi i musicisti. Alessio, dopo la ventesima volta che gli disturbo l'ascolto per attirare la sua attenzione sul Worttondrama che si sta verificando nella buca, mi intima di non rompergli più le scatole e di stare, piuttosto, attenta a non staccare qualche spina dalla presa con qualche movimento goffo, lasciando mezzo palco al buio.

A me quest'opera è piaciuta tanto tanto tanto e quasi quasi domani sera torno a vederla perché credo che questo allestimento abbia ancora tanto da dire allo spettatore attento e se ci sono di nuovo biglietti a metà prezzo prendo posti di prima galleria, ma sempre laterale destro guardando il palco che, con un po' di culo, magari stando in basso riesco anche a sentire cosa si dicono.

sabato 28 febbraio 2009

La Regione per la conservazione del patrimonio più importante

In Friuli Venezia Giulia alle donne devono tenerci molto, magari per ragioni in modi diversi, ma devono tenerci molto.

Ad esempio, un mio amico, al quale, come di consueto, assegnerò un protettivo nome fittizio [GianlucaMorozziloscrittoresìproprioloscrittore], anche perché è una celebrità e io non sono certo il tipo da vantarsi di certe conoscenze, mi ha raccontato un episodio di chiara difesa della gnocca accadutogli ad Udine.
GianlucaMorozziloscrittoresìproprioloscrittore si è recato in una birreria con una sua amica autoctona, chiaramente autoctona: bionda e occhiazzurrata.
Va detto che il mio amico GianlucaMorozziloscrittoresìproprioloscrittore non ha esattamente la fisionomia scandinava, anzi, è abbastanza atterronato, e il gestore, vedendo il non-friulano che potenzialmente portava via le femmine agli indigeni, ha deciso di ostacolare la sua serata asserendo che la cucina fosse chiusa e che non avrebbero potuto mangiare là. Non serve sottolineare che gli avventori si stavano ancora tutti lietamente pascendo, in un via vai di pietanze succulente.

Anche a Trieste la mula è un articolo di cui il cittadino si vanta molto: pare infatti che le donne del luogo siano le più belle d'Italia [Istria e Dalmazia] e a giudicare dalla mia dirimpettaia Tettedimarmo non posso che confermare.
Non so se nell'ottica della specie [all'udinese] o in quella del bene culturale [alla triestina] , la Regione Autonoma FVG ha messo in atto un grande progetto di conservazione della figa.

Si chiama Progetto Prevenzione Donna, ti prenotano il pap test gratis in una vicina struttura sanitaria e ti mandano a casa la letterina con luogo, data e ora del tuo tagliando alla mussa.
Tu vai là, fresca fresca, senza neanche aver fatto un po' di coda e son tutti lì pronti che aspettavano te per vedere se il collo del tuo utero non sta cadendo a pezzi come il tuo collo esteriore rugoso di trentenne e farti un po' di foto in una posa inedita.
Forte!
Cioè: va bene i costi, va bene gli sprechi, va bene che una dovrebbe almeno sbattersi a prenotare e che se mandiamo letterine a tutte le donne 25-64 della Regione poi non possiamo lamentarci che abbiamo le pezze al culo; e va bene che magari si poteva ottimizzare facendo un po' di telefonate, al limite si dava uno stipendio a un po' di telefonisti, forse non si risparmiava, ma almeno si metteva in moto qualcosa; va bene anche 'perché proprio il pap test alle donne e non l'esame della prostata agli uomini, o perché non un bell'esame del sangue a tutti' eccetera eccetera.
Va bene tutto.
Sarà pure un'iniziativa perfezionabile, questo io non lo discuto, ma non venite a dirmi che non è una figata!

venerdì 27 febbraio 2009

24 ... hours pizza delivery

Sono giorni che mi nutro di sola pizza per vedere se arriva lui:

Gesù è morto di freddo

Oppure Napoleone era alto, Leopardi era un compagnone e a Jerry Calà non piace la figa.

So che quanto sto per affermare può suonare allo stesso modo delle affermazioni precedenti, ma ripensando al sobrio pedinamento di due domeniche fa, ho notato un particolare sconcertante:
Vinicio Capossela non fuma.

Il fatto che non lo abbia visto fumare io non significa che non fumi, ma chiunque fumi, o abbia fumato, o conosca qualcuno che fumi, sa bene che il fumatore medio, uscito da un ambiente chiuso, accende una cicca.
Specie dopo un evento che si presume abbia comportato un minimo di impegno e tensione.
Specie sapendo di entrare, a breve, in un altro luogo chiuso.
Specie se è uno che fuma, tutte le scuse sono buone per accendersene una.

Uscito dal teatro, in procinto di entrare in pizzeria, Capossela non ha fumato: come se non fumasse.
Se ciò fosse vero, sarebbe una notizia di portata pari alla conferma delle visite da parte degli alieni sul nostro pianeta.

Mi rendo conto dell'importanza dell'esattezza di una tale affermazione, perciò mi immolo per la Verità e mi riprommetto di avvicinare nuovamente Vinicio per annusarlo!

giovedì 26 febbraio 2009

Flashback: Come andò che L'ERRI tornò Larry e non strinse la mano di Vinicio Capossela

Anche se l'ho già raccontato a voce a praticamente tutti i miei quattro lettori spelacchiati, vi narro nuovamente come ho conquistato questo meraviglioso trofeo.
Il 15 Febbraio io e miei scagnozzi ci siamo recati al concerto di Vinicio Capossela/Tal dei Tali [dite la verità: non ci eravate arrivati] al Teatro Rossetti di Trieste, evento per il quale, molti lo ricorderanno, avevo ingaggiato una lotta all'ultimo sangue con Voce di Bionda per l'accaparramento dei biglietti.
Assistiamo allo spettacolo dalla prima fila, così vicini che una spia mi impalla completamente il chitarrista, tanto che per un terzo del concerto ritengo che non ci sia.
Ovviamente non distinguo il suono della chitarra fra gli altri, quindi mi convinco che si sia dato alla macchia. Poi, a un certo punto, si alza dallo sgabello, fa un passo di lato e, come per magia, comincio a sentire anche la chitarra. Ancora ho il sospetto che sia spuntato a tradimento da una botola, però.
Completamente trasognata in una sfera di meraviglia, mi dirigo all'uscita e saluto distrattamente i miei scagnozzi, guatando in giro per vedere se spunta Vinicio.
Zzitalia mi ricorda che non sono la persona adatta a distinguere Capossela.
Io e Zzitalia ci aggiriamo guardinghi come viet cong intorno al teatro e, come previsto, avvistiamo la Viniciomobile. Che fare? Tornare all'uscita del teatro, o attendere come due killer della mafia seduti sul cofano, con il dubbio che si muova a piedi, facendoci trovare la mattina dopo alle nove con la bava alla bocca abbracciati a un copertone? L'ultima ipotesi è allettante, ma dall'alto avvistiamo un individuo che si allontana ciondolante a piedi con una custodia da trombone rossa sulla schiena. Deduciamo che non c'è un cordone di security e torniamo di sotto, giusto in tempo per scassare un po' la minchia al chitarrista.
Poi esce Vinicio, ma noi siamo distanti e mentre ci avviciniamo con fare normale egli viene intercettato da gente che spunta da dovunque [ecco perché quel grosso il cavallo di legno su ruote con la scritta Made in Itaca].
Inizia un umiliante pedinamento.
Distante per pudore, ma non troppo per non perderlo. Pie' veloce Vinicio si libera dell'ultimo fan quasi al giardino pubblico, ed è là che Zzi lo ferma.
Così: lo chiama. "Vinicio, scusa..."
Come sarebbe a dire "Vinicio scusa"? Chi ti ha dato il permesso? Ma ti sembra il modo? Ma ti pare di farmi fare queste figure? Ma come ti viene in mente "Vinicio scusa"? Come se fosse uno vero, a cui puoi parlare? Ma cos'ho sposato? Ma che ti aspetti dopo "Vinicio scusa"?
"Ehi, sì, ciao".
Ommerda. Si è girato. Si è girato e ha proprio detto "Ehi, sì, ciao". A noi. Cioè, a Zzi, che l'ha fermato, ma è uguale, l'ha fermato per me, e poi è la proprietà transitiva del matrimonio.
Ora, io non mi ricordo bene cosa ho detto e cosa non ho detto, probabilmente non ho detto niente a parte Larry, e questa volta devo proprio aver scandito bene Larry perché sulla mia agenda c'è scritto Larry, quindi in qualche modo devo essere tornata Larry. Mi ricordo vagamente un tentativo di stretta di mano.
So per certo che Capossela mi ha dato una mano, verosimilmente la destra, e io gli ho dato una specie di medusa, una gelatina pentadattila ghiacciata che lui ha afferrato fra le sue dita rosee come l'aurora [a-ehm: cinque euro per chi coglie la citazione!], dita che io non ho avuto il coraggio di stringere perché in quel momento Sarma mi ha detto: " 'ta'tenta! E se lo rompi???".

mercoledì 25 febbraio 2009

Bush si è convertito all'Islam

Non ancora, almeno, non che io sappia, ma la notizia è altrettanto choccante: sono vegetariana.

Guardate che questo sì che si chiama fare outing; si fa presto a proclamare la propria omosessualità, mica c'è niente di male, la mia confessione è paragonabile ad una vera e propria abiura.

Del resto, non sono diventata proprio proprio vegetariana-vegetariana-vegetariana.
Diciamo che ci sto lavorando.
L'innesco nella riflessione che non è coerente non mangiare il coniglio perché è carino, ma mangiare la vacca [che è carina anche lei, soprattutto Sarma, è la vacca più carina del mondo, anche se non l'ho mai avuta davanti agli occhi].
Non vale nemmeno non mangiare la categoria di animali su cui sono stati fatti film della Disney. Apparentemente può sembrare un buon compromesso, ma non va bene ugualmente, perché ci priverebbe del pesce, ma ci lascerebbe mangiare l'istrice.

Perciò o ti fai scrupoli per la vita delle creature o non te ne fai.
Non di tutte le creature, è vero: le zanzare le prendo a ciabattate, ma almeno salviamo qualche categoria.
I mammiferi sono tutti molto carini: non si mangiano.
Gli uccelli sono mediamente carini: per esempio del pollo non mi frega niente, ma non mangerei un pinguino, quindi non si mangiano.
I rettili sono carini, ma tanto in occidente non è costume consumarli.
Pesci e frutti di mare carini non me ne vengono in mente. Solo i gamberi di fiume sono carini, ma tanto non c'è niente da mangiarci dentro, non val la pena dare inizio a polemiche sull'estetica delle creature acquatiche: si mangiano.
Le lumache non sono carine e per questo non intendo vedermele nel piatto.

Poiché il vegetarianesimo è una scelta e poiché ho massacrato porci fino all'altro ieri, il vegetariano, a mio avviso, non deve fare come l'ex fumatore: non deve scassare la minchia al prossimo con le sue nuove convinzioni.
Eccezioni al vegetarianesimo:
- a casa dei miei: tento di scegliere portare senza carne, ma se sommistrate non batto ciglio: meglio una mucca di meno che la terza guerra mondiale.
- al ristorante in compagnia: provate a fare i vegetariani da Suban, il massimo che possono offrirvi è un pezzo di formaggio e il porta carta igienica.
- al ristorante etnico: avendo vinto una scommessa, pur di portare i Giraffi al ristorante etnico potrei mangiare anche un gatto

Tolte queste eccezioni, la mia dieta si riduce al formaggio.
Nei momenti cupi, ho perfino ceduto alle lusinghe del lievito, reintroducendo il pane.
Pane e formaggio, formaggio e pane, pane e formaggio.

Buffamente, non entro più nei vestiti.

La torta che gli dei...

Ecco, dunque, il simulacro della Torta che gli dei vogliono distruggere, preparata in occasione della presentazione del libro di Morozzi
COLUI CHE GLI DEI VOGLIONO DISTRUGGERE, edito da Guanda, in tutte le librerie.
Ho la sensazione, però, che mostrarvi con cosa tale torta è stata guarnita tolga un poco di mistero all'ingrediente segreto...

martedì 24 febbraio 2009

La torta che gli dei vogliono distruggere

Proprio non so più come reclamizzare la presentazione del libro di Morozzi
"Colui che gli dei vogliono disruggere" che si terrà questo pomeriggio alle 18 alla libreria Minerva di via San Nicolò 22.

In attesa che il Grande Scrittore, la cui amicizia mi farà godere di enormi vantaggi sociali prima o poi, la considero un investimento, arrivi a Trieste Centrale con un treno di cui ignoro orario e provenienza, gli preparo una torta:

Ingredienti:
Sale [va in tutti i dolci, non ho mai capito perché viene sempre scritto per ultimo: solo perché è poco? Mi pare discriminante!]
Uova
Farina
Frumina
Burro
Zucchero
Yogurt
Lievito
Ingrediente segreto
Nocciole
Dosi:
Un pizzico - Tre - Due tazze - Una tazza - Una tazza - Due tazze - Una tazza - Una bustina - Ah ah, che vi frega, tanto non sapete cosa sia! - Mezza tazza
Procedimento
Sbattete i tuorli con lo zucchero finché non saranno gialli e spumosi e incorporate il burro, anch'esso lavorato a crema e reso spumoso e lo yogurt.
Ora arriva il momento delicato.
Mettete una musica energizzante, anche un po' truzza, al limite, tipo Eye of the Tiger. Assolutamente no minchiatine tipo Workin' on a Dream et similia da fighette.
Ciotola nella sinistra; frusta nella destra; l'abilità del mago e la forza del gigante; anche un po' di reistenza dell'human pignata, già che ci siamo: montate gli albumi a neve ben ferma. A mano, è ovvio.
Incorporate gli albumi alla spuma e aggiungete la farina setacciata, mescolata con la frumina e il lievito in polvere, con la delicatezza che usereste se steste facendo un'operazione al cervello.
Rileggete la lista degli ingredienti per verificare che ci sia tutto.
Notate ora che vi siete dimenticati le nocciole. Tirate giù due o tre accidenti, di cui uno di striscio all'indirizzo di Morozzi, che non c'entra niente, ma se non era per lui a quest'ora vi stavate depilando, con giusta soddisfazione di vostro marito, e cominciate a studiare come incorporare le nocciole senza mandare tutto in vacca.
Optate per la soluzione drastica: le buttate dentro e pregate forte forte forte che non si smontino gli albumi mescolando. Osservate con preoccupazione la massa che perde volume. Pregate più forte. Osservate con sommo scazzo che la massa continua a perdere volume. Rallegratevi che Dio ha di meglio da fare che star dietro alla vostra stupida torta.
Versate il composto nello stampo imburrato e infarinato e infornate.

Come viene? La pronta cottura argina gli effetti drammatici della nocciola sulla neve?
E chi può dirlo?
Sto ancora aspettando che si scaldi il forno, io!


lunedì 16 febbraio 2009

La discrezione...


...non è mai stata il mio forte:

lunedì 9 febbraio 2009

PUBBLICITA' SPUDORATA

La mia amica Gabriella lavora in un'associazione cultural-sociale che organizza corsi di autoconoscenza e iniziative di benessere sociale di vario genere.
Vi segnalo una delle prossime, un micro seminario di autoconoscenza attraverso la lettura di fiabe con la guida di una terapeuta:


Il volantino è molto bello: l'ho fatto io!

Se non si leggono i recapiti e volete approfondire, o andate sul sito di cervello collettivo o chiedete a me, che riferisco volentieri.

mercoledì 4 febbraio 2009

"Ho eliminato la parola 'problema' dal mio vocabolario"



B R A V O P I R L A !

Tutto quello che sei riuscito ad ottenere è un vocabolario più povero.


Un giorno raccoglierò in un libro i colloqui demenziali che sostengo [lo ha già fatto Pulsatilla, lo so, prima di lei Ale e Franz, ma i miei sono più demenziali ancora], intanto vi racconto che oggi sono andata a fare un colloquio per un posto di receptionist in una scuola privata di Trieste.
Cioè, in uno di quei centri studi privati - tipo cepu dei poveri - che ti chiamano a casa mentre stai mangiando e ti propongono i loro fantastici corsi di informatica, che sono uguali, ma meno accurati, di quelli cui si può assistere gratuitamente all'università o, a fronte di un corrispettivo irrisorio, nei centri riconosciuti dagli Enti Locali, ma costano il decuplo e quando sono finiti ti rilasciano una pezza da culo.

Appuntamento alle undici, arrivo con i regolari dieci minuti di anticipo, e la persona con cui devo fare il colloquio non c'è. Pazienza, sono in anticipo io.
La receptionist si mette a cercarlo, nessuno sa dove sia.
Nel mentre, tutti mi guardano con curiosità [e va bene che sono Larry e ci sono abituata, ma smettetela di tirarmi le noccioline], ma nessuno mi invita ad accomodarmi e io, di proposito, rimango sulla porta con la borsa in mano e il cappello in testa; non capiscono.

Intanto ammiro sulla parete i poster motivazionali
I poster motivazionali sono quelli con le foto [belle] e le didascalie [sconsolanti] del tipo:
Profilo del leone - "LEADERSHIP /a capo/ L'Uomo E' Letteralmente Ciò Che Ha In Mente"; oppure: Fotomontaggio del pino di Posillipo in mezzo al Sahara: "DETERMINAZIONE /a capo/ La Vita Non Ci Chiede Di Essere Il Più Bravo O Il Più Forte, Ci Chiede Solo Di Provarci", e via così: frasi che la Perugina ha scartato, con le maiuscole accazzo.

Ho scoperto che più l'ambiente è perdente e poco professionale, più proliferano i poster motivazionali sulle pareti; in genere, chi lavora e sa farlo bene, non ha bisogno di doversi ricordare di impegnarsi ad ogni istante e alla parete tiene il calendario e - al massimo - un quadro che gli hanno regalato; anche il posto di oggi non ha fatto eccezione.

L'individuo mi riceve e non mi dice di accomodarmi, io lo tolgo dall'imbarazzo e gli chiedo se posso farlo. Magnanimo, me lo concede.
La mia attenzione è catalizzata dal cordoncino che gli spunta dal colletto della camicia: non vedo cosa ci sia attaccato, ma mi è antipatico, perciò ho deciso che è superstizioso: sarà un amuleto.
Mi spiega che il lavoro consiste nell'accaparramento di clienti facendo telefonate in outbound e nel recupero dei pagamenti non effettuati, se no non torna il cash-flow.

...perchè, sa, siccome siamo una scuola completamente privata, e i nostri corsi sono molto qualificati, sono anche costosi e molta gente non paga in anticipo, e non fa neanche un finanziamento, si mette d'accordo con me quando gli faccio firmare il contratto...


[Cioè mi stai dicendo che siete in rosso...allettante!!!]

...ma il fatto che la gente non saldi dipende dalle receptionist, è un lavoro che viene fatto molto male, tant'è che quando il nostro responsabile, a Dicembre, ha detto che se non rientrava almeno il 75% dello scoperto, nessuno andava in ferie, è subito rientrato il 90% entro il 23/12...

[Mmh, bell'ambientino, mi stai proprio facendo venire voglia di lavorare qui, dove il minimo che ti possa succedere è di essere sputtanata con la prima che passa da un cretino che non si è neanche fatto firmare un post-it, ma dove più frequentemente si lavora in ferie perché gli imbranati si sono accorti tardi che hanno le pezze al culo]

...quindi è chiaro che è colpa della reception...

[e dagli! Un minuto fa hai esordito che non le mandi via, ma che siccome il molto lavoro richiede loro altri compiti, occorre prendere qualcuno che le alleggerisca, invece ora sono due incapaci; ho paura di ascoltare altro]

...comunque, è più facile ottenere i pagamenti dagli iscritti che fare iscritti nuovi...

[Ma dai????]

...ma non si preoccupi, perché qui nessuno manda allo sbaraglio nessuno, con la penuria di nuovi iscritti che c'è, quando arriva qualcuno a chiedere informazioni non possiamo permetterci di perderlo,

[no, ma continua, mi interessa questo disperato sputtanamento dell'azienda, chissà come sarebbe contento il tuo capo]

quindi abbiamo bisogno di una figura efficace, e quindi vengono fatti dei corsi per dare a questa persona tutti gli s-t-r-u-m-e-n-t-i , no?, ecco: gli strumenti per essere efficace su chi viene a informarsi, in modo che poi venga da me, o dalla mia collega, e noi gli facciamo firmare il contratto

[carino, conoscevo una che lo faceva a colpi di tette, sarei curiosa di vedere come fai tu, li tramortisci con l'alito? - e guardami in faccia quando parli con me!]

comunque, il lavoro consiste in questo, ma di fatto non si deve preoccupare perché per farlo le forniamo noi tutti gli stumenti per fare le telefonate e risolvere le situazioni.

E "risolvere le situazioni" è la goccia che fa traboccare il vaso.
Il colloquio finisce con me che gli dico spontaneamente che lavori ho fatto, perché lui si è palesemente dimenticato di chiedermeli, preso com'era dal mostrare quanto bello fosse il lavoro che mi offriva.
Deve essersi scordato che non lo dovevo comprare e ha tralasciato di verificare che fossi idonea.
Considerando che questa doveva essere una prima scrematura, mi interrogo sulla sua utilità e, contemporaneamente, mi spiego benissimo come mai il lavoro non vada molto bene ultimamente.
Chioso dicendo che - come avrà notato dal CV - lavoro, ma che per un futuro colloquio, con un poco di preavviso, non avrò PROBLEMI.

E gli dico la parola PROBLEMI con il piacere sadico di avvicinare la kryptonite a Superman, faccio polivibrare la [r] e alveolizzo la [l] fino a tirargli fuori la lingua sul muso, tutta la parola mi rotola in bocca come una caramella: me la gusto proprio mentre la dico e la sento che allo stesso tempo schiaccia il suo già menomatissimo ego come un'incudine.
Incassa bene, ma reagisce scomposto: "Ecco, sì, qualsiasi situazione da risolvere ci veniamo incontro"

MA NON LO SENTI CHE NON CI STA NELLA FRASE?

E' già preoccupante che pensi che chiamando le cose con un nome diverso esse siano diversamente affrontabili, ma abbi almeno la decenza di discernere il momento per farlo, non parlare come se ti avessero corretto il copione con "Trova e Sostituisci" di Word.

Hai eliminato la parola problema dal tuo vocabolario?
Bravo pirla, adesso hai anche il PROBLEMA di dover trovare una locuzione alternativa; bravo pirla, bravo.

Per la cronaca, il fenomeno ha fatto il galante accompagnandomi alla porta, solo che io mi ero tolta il giaccone, quindi mi ha messa sulle scale che ancora non mi ero vestita.
Certo, prestare attenzione ad una persona e metterla in relazione con altri complessi fattori della realtà [tipo: oggi è il 4 febbraio e piove - ha in mano una giacca impermeabile - sta uscendo] è un problema /TROVA E SOSTITUISCI/è un situazione-da-risolvere che non spetta a lui porsi.

lunedì 2 febbraio 2009

Non so il Mago...




...ma ho scoperto dove abita il Gigante:


A me sembrano proprio mutande, ma facendo una rapida proporzione con la finestra e l'insegna della pescheria [l'angolo azzurro in basso a destra], faccio un po' fatica a immaginarmi quello che le indossa.

Ipotesi? Soluzioni alternative?
La mia conclusione è che ho trovato il Gigante; human pignata già mi ci sento; manca giusto il Mago, manca!

venerdì 30 gennaio 2009

Buon Compleanno a....

LA MIA CUOCA PREFERITA

Il che è tutto dire!

Tutti gli uomini della demente

I più attenti ricorderanno che a dicembre ho inaugurato la rubrica mensile dei compleanni, pubblicata a metà mese.

I più tachenti avranno notato che già a gennaio l'ho saltata.

Occorre, comunque, indicare le più importanti ricorrenze del mese, tutte affastellate negli ultimi giorni:

27 Gennaio: Zzipleanno, festeggiato - con la morigeratezza dovuta al periodo di grandi sacrifici economici - con un semplice dolce per i colleghi:



28 Gennaio: Lucio44, celebrato con luculliani banchetti ai quali non ho preso parte. Ora che ci penso: i miei genitori non mi hanno invitata, anzi, si sono tanto raccomandati di non mettermi in viaggio in questi giorni, adducendo patetiche scuse di maltempo

29 Gennaio: Ardu, per niente turbato dal fatidico traguardo dei trent'anni, preso com'è dall'accaparramento dei biglietti.


Poi basta.
E' giusto menzionare anche le ragazze: Holly il primo, la nonna il 12, Lamonica il 13...poi mi pare che i compleanni di gennaio siano esauriti...
Sì, sì, sono sicura, sono finiti.

giovedì 29 gennaio 2009

Bruce Mc Cartney

Forse Bruce è morto.
E un avido figuro della casa discografica ha tenuto la cosa nascosta, l'ha sostituito con un sosia e costringe l'entourage di Springsteen a produrre altri album, sotto minacce di vendette trasversali.
Ma la devota moglie, e gli amici fedeli, producono canzoni brutte, per rivelare ai fan l'inganno e vendicare la memoria di Bruce.
E' l'unica spiegazione plausibile, altrimenti non mi capacito di come la mente che ha composto Lost in the Flood abbia scritto Surprise Surprise [e Livin' in the future, ma è una vecchia storia].
E' come voler farci credere che La Ballata delle Prugne Secche l'abbia scritto Dacia Maraini...suvvìa!
Oltretutto, pare che ascoltando al contrario Queen of the Supermarket [*] si senta chiaramente "Brussisded, Brussisded"
[*] Mi fa giustamente notare il consulente di Roma che Queen of the Supermarket annovera, tra i musicisti:
Lidl Steven
Crai Bittan

Carrefour Tallent
Patti Standa


Il punto più basso del blog è stato toccato

mercoledì 28 gennaio 2009

Diatriba d'amore contro un uomo seduto

E' seduto.
E' un po' che si è buttato sulla poltrona, ma adesso è trincerato dietro il giornale e non gliene frega più niente di farmi felice, se gli dessi fuoco neanche se ne accorgerebbe.

Non ho la competenza, né la sensibilità, per fare della critica musicale, ne faccio solo una questione di voglia di lavorare.
WOAD non è un bel disco. Non è ispirato, non si avverte l'impulso comunicativo, il bisogno di esternazione dell' "artista".
Ed era accaduto lo stesso con Magic.
A sua volta, Magic seguiva un disco di cover.
Praticamente è dal Duemilacinque [Devils and Dust] che Springsteen non sente niente di rilevante da trasmettere.

Non c'è niente di male a non avere niente da dire. E non c'è niente di sbagliato a voler andare lo stesso in tour, alzando un bel po' di quattrini. I fan di Springsteen sono un limone facile da spremere, non c'è bisogno di sfornare dischi nuovi, basta fare un'edizione celebrativa [tipo l'agognato trentennale di Darkness], una raccolta di registrazioni precolombiane [il favoleggiatissimo tracks II]...anche niente, acchiappi gli strumenti e monti su un aereo - che ci vuole?

Non mi sembra necessario, con la cieca fedeltà dimostrata, infliggerci brani come Surprise, Surprise. Mi pare quasi un dispetto. Di più: una punizione.
Alcuni potrebbero dire che sia la giusta punizione all'idiozia del seguace. Avrebbero ragione.
E' dall'ottantaquattro che andiamo in tour per "le vecchie", ma non lo stesso è un buon motivo per produrre delle "nuove"-porcate.

Sono proprio delusa: dalla superficialità e dalla trascuratezza, dal disprezzo e dalla spocchia, dall'inconsistenza e la caducità.

Comprendo benissimo che non si può sempre avere l'ispirazione di comporre un capolavoro.
Io, più di quelli toccati in misura più o meno elevata dall'Arte, so quanto sia difficile creare con l'intelletto, perché in trent'anni non ci sono mai riuscita.
Io, che spesso non ho nemmeno l'ispirazione di andare al cesso, so che è un atto raro e miracoloso.
Perciò accetto che possa avere composto Surprise Surprise.
Quello che avrei preferito, e che auspico per il futuro, è che al momento di incidere brani così, si infili il microfono su per il culo.

giovedì 22 gennaio 2009

Ospiti di gente unica


Non mi soffermo neanche a far notare che - come sempre - Zzi ha avuto ragione e, in barba a coloro che ne hanno riso, Bruce verrà a Udin il 23 Luglio.

Considero solamente che casa nostra ha fatto sold out prima dei biglietti del concerto, intendendo ospitare:
- 5 musicisti genovesi con morose
- 6 musicisti riminesi con morose
- 2 scrittori bolognesi [accoppiati fra di loro]
- 2 scriteriati piemontesi [dai rapporti mai veramente chiariti]

A questa lista vanno ovviamente aggiunti gli Amici fans, che considerando la nostra posizione strategica "ci contano" e quelli poco-fan [ebbene sì, ne conosciamo], che approfittano dell'occasione per venirci a trovare e vedere finalmente un concerto insieme.
L'aspetto positivo è che non ci sarà bisogno di fare la coda per il pit, perché partiremo tutti contemporaneamente in blocco da qui, ma il quesito è:
lo stadio Friuli è abbastanza grande per contenere tutti i miei ospiti?