Qua si ride, si scherza, ci si prende in giro e si guarda tutto attraverso gli occhi del demenziale [della demente: i miei], ma in certe situazioni occorre moderarsi.
Alla Focaccia di Recco bisogna accostarsi con serietà e rispetto.
Essa è la regina incontrastata della tavola del Tigullio, probabilmente il più grande contributo che Genova ha dato al mondo, dopo il gioco del lotto, i jeans e Francesco Baccini [noi genovesi siamo schivi, di gente come Colombo, Mazzini, de Andrè, Montale, Paganini, Renzo Piano e Vittorio Gassman non ci piace mica vantarci].
Le modalità di preparazione sono chiare:
Impastare 250gr di farina con un cucchiaio di olio extravergine d'oliva e acqua fredda quanto basta per ottenere una palla liscia.
Far riposare in luogo asciutto e tiepido per un'ora.
Stendere in due dischi sottili.
Qua cominciano i grattacapi perché dopo un'ora la palla ha sviluppato una memoria ed è perfettamente capace di ritornare alla configurazione iniziale.
Non importa quando rapidamente ed energiacamente la stendiate, la pasta della focaccia tornerà sempre una pallotta beffarda che vi guarderà sfrontata dalla madia.
A questo punto, ci si gioca l'ingrediente segreto: si chiama il paziente marito [che se ne stava tanto tranquillo davanti al pc] e gli si mette in mano il mattarello.
Improvvisamente, la pasta si fa docile e, lentamente, ma inesorabilmente, comincia a cedere.
A questo punto, il marito la solleva tra le dita e la fa ruotare, prima fra le mani, poi sui polsi, azzardando mosse aeree da pizzaiolo acrobatico.
['fanculo]
Dopo tanta inutile ostentazione di bravura, si può disporre sulla teglia unta il primo velo di pasta e distribuirvi sopra lo stracchino a cucchiaiate.
La regola delle regole vuole che vi vada l'Invernizzina, ma la cosa importante è che lo stracchino non sia troppo fluido, altrimenti in forno ce lo giochiamo.
Copriamo con il secondo velo di pasta, quello - se possibile - ancora più sottile
Ora si rimuove la pasta in eccesso, si piegano accuratamente i bordi per evitare perdite di formaggio e si condisce la superficie con un filo d'olio extravergine d'oliva e un pizzico di sale.
Ricordatevi di farci i buchetti, altrimenti diventa una mongolfiera che appena tocca la resistenza esplode dando luogo ad un disastro eco-caseario nel vostro forno.
Alla fine viene così
E ha un profumo tale che ci siamo avventati a mangiarla senza neppure ricordarci di farle una foto finché era intatta
giovedì 12 marzo 2009
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3 commenti:
..e aggiungiamoci anche Luzzati, via :)
(sta volta l'ho riletto tre volte, niente errori di battitura mi sembra, maledetta dislessia!!)
Fed
Sai anche chi è genovese e superfamosissimo???
Quel signore che non so come si chiama, ma che abita in via Mylius, che ha fatto tanto film come caratterista.
Dài, quello con la barba, calvo, ma coi capelli ai lati crespi e bianchi...quello che fa il cattivo che non parla nei film comici...
Va beh, se lo vedi lo riconosci, è il local hero di Carignano
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