mercoledì 4 febbraio 2009
"Ho eliminato la parola 'problema' dal mio vocabolario"
B R A V O P I R L A !
Tutto quello che sei riuscito ad ottenere è un vocabolario più povero.
Un giorno raccoglierò in un libro i colloqui demenziali che sostengo [lo ha già fatto Pulsatilla, lo so, prima di lei Ale e Franz, ma i miei sono più demenziali ancora], intanto vi racconto che oggi sono andata a fare un colloquio per un posto di receptionist in una scuola privata di Trieste.
Cioè, in uno di quei centri studi privati - tipo cepu dei poveri - che ti chiamano a casa mentre stai mangiando e ti propongono i loro fantastici corsi di informatica, che sono uguali, ma meno accurati, di quelli cui si può assistere gratuitamente all'università o, a fronte di un corrispettivo irrisorio, nei centri riconosciuti dagli Enti Locali, ma costano il decuplo e quando sono finiti ti rilasciano una pezza da culo.
Appuntamento alle undici, arrivo con i regolari dieci minuti di anticipo, e la persona con cui devo fare il colloquio non c'è. Pazienza, sono in anticipo io.
La receptionist si mette a cercarlo, nessuno sa dove sia.
Nel mentre, tutti mi guardano con curiosità [e va bene che sono Larry e ci sono abituata, ma smettetela di tirarmi le noccioline], ma nessuno mi invita ad accomodarmi e io, di proposito, rimango sulla porta con la borsa in mano e il cappello in testa; non capiscono.
Intanto ammiro sulla parete i poster motivazionali
I poster motivazionali sono quelli con le foto [belle] e le didascalie [sconsolanti] del tipo:
Profilo del leone - "LEADERSHIP /a capo/ L'Uomo E' Letteralmente Ciò Che Ha In Mente"; oppure: Fotomontaggio del pino di Posillipo in mezzo al Sahara: "DETERMINAZIONE /a capo/ La Vita Non Ci Chiede Di Essere Il Più Bravo O Il Più Forte, Ci Chiede Solo Di Provarci", e via così: frasi che la Perugina ha scartato, con le maiuscole accazzo.
Ho scoperto che più l'ambiente è perdente e poco professionale, più proliferano i poster motivazionali sulle pareti; in genere, chi lavora e sa farlo bene, non ha bisogno di doversi ricordare di impegnarsi ad ogni istante e alla parete tiene il calendario e - al massimo - un quadro che gli hanno regalato; anche il posto di oggi non ha fatto eccezione.
L'individuo mi riceve e non mi dice di accomodarmi, io lo tolgo dall'imbarazzo e gli chiedo se posso farlo. Magnanimo, me lo concede.
La mia attenzione è catalizzata dal cordoncino che gli spunta dal colletto della camicia: non vedo cosa ci sia attaccato, ma mi è antipatico, perciò ho deciso che è superstizioso: sarà un amuleto.
Mi spiega che il lavoro consiste nell'accaparramento di clienti facendo telefonate in outbound e nel recupero dei pagamenti non effettuati, se no non torna il cash-flow.
...perchè, sa, siccome siamo una scuola completamente privata, e i nostri corsi sono molto qualificati, sono anche costosi e molta gente non paga in anticipo, e non fa neanche un finanziamento, si mette d'accordo con me quando gli faccio firmare il contratto...
[Cioè mi stai dicendo che siete in rosso...allettante!!!]
...ma il fatto che la gente non saldi dipende dalle receptionist, è un lavoro che viene fatto molto male, tant'è che quando il nostro responsabile, a Dicembre, ha detto che se non rientrava almeno il 75% dello scoperto, nessuno andava in ferie, è subito rientrato il 90% entro il 23/12...
[Mmh, bell'ambientino, mi stai proprio facendo venire voglia di lavorare qui, dove il minimo che ti possa succedere è di essere sputtanata con la prima che passa da un cretino che non si è neanche fatto firmare un post-it, ma dove più frequentemente si lavora in ferie perché gli imbranati si sono accorti tardi che hanno le pezze al culo]
...quindi è chiaro che è colpa della reception...
[e dagli! Un minuto fa hai esordito che non le mandi via, ma che siccome il molto lavoro richiede loro altri compiti, occorre prendere qualcuno che le alleggerisca, invece ora sono due incapaci; ho paura di ascoltare altro]
...comunque, è più facile ottenere i pagamenti dagli iscritti che fare iscritti nuovi...
[Ma dai????]
...ma non si preoccupi, perché qui nessuno manda allo sbaraglio nessuno, con la penuria di nuovi iscritti che c'è, quando arriva qualcuno a chiedere informazioni non possiamo permetterci di perderlo,
[no, ma continua, mi interessa questo disperato sputtanamento dell'azienda, chissà come sarebbe contento il tuo capo]
quindi abbiamo bisogno di una figura efficace, e quindi vengono fatti dei corsi per dare a questa persona tutti gli s-t-r-u-m-e-n-t-i , no?, ecco: gli strumenti per essere efficace su chi viene a informarsi, in modo che poi venga da me, o dalla mia collega, e noi gli facciamo firmare il contratto
[carino, conoscevo una che lo faceva a colpi di tette, sarei curiosa di vedere come fai tu, li tramortisci con l'alito? - e guardami in faccia quando parli con me!]
comunque, il lavoro consiste in questo, ma di fatto non si deve preoccupare perché per farlo le forniamo noi tutti gli stumenti per fare le telefonate e risolvere le situazioni.
E "risolvere le situazioni" è la goccia che fa traboccare il vaso.
Il colloquio finisce con me che gli dico spontaneamente che lavori ho fatto, perché lui si è palesemente dimenticato di chiedermeli, preso com'era dal mostrare quanto bello fosse il lavoro che mi offriva.
Deve essersi scordato che non lo dovevo comprare e ha tralasciato di verificare che fossi idonea.
Considerando che questa doveva essere una prima scrematura, mi interrogo sulla sua utilità e, contemporaneamente, mi spiego benissimo come mai il lavoro non vada molto bene ultimamente.
Chioso dicendo che - come avrà notato dal CV - lavoro, ma che per un futuro colloquio, con un poco di preavviso, non avrò PROBLEMI.
E gli dico la parola PROBLEMI con il piacere sadico di avvicinare la kryptonite a Superman, faccio polivibrare la [r] e alveolizzo la [l] fino a tirargli fuori la lingua sul muso, tutta la parola mi rotola in bocca come una caramella: me la gusto proprio mentre la dico e la sento che allo stesso tempo schiaccia il suo già menomatissimo ego come un'incudine.
Incassa bene, ma reagisce scomposto: "Ecco, sì, qualsiasi situazione da risolvere ci veniamo incontro"
MA NON LO SENTI CHE NON CI STA NELLA FRASE?
E' già preoccupante che pensi che chiamando le cose con un nome diverso esse siano diversamente affrontabili, ma abbi almeno la decenza di discernere il momento per farlo, non parlare come se ti avessero corretto il copione con "Trova e Sostituisci" di Word.
Hai eliminato la parola problema dal tuo vocabolario?
Bravo pirla, adesso hai anche il PROBLEMA di dover trovare una locuzione alternativa; bravo pirla, bravo.
Per la cronaca, il fenomeno ha fatto il galante accompagnandomi alla porta, solo che io mi ero tolta il giaccone, quindi mi ha messa sulle scale che ancora non mi ero vestita.
Certo, prestare attenzione ad una persona e metterla in relazione con altri complessi fattori della realtà [tipo: oggi è il 4 febbraio e piove - ha in mano una giacca impermeabile - sta uscendo] è un problema /TROVA E SOSTITUISCI/è un situazione-da-risolvere che non spetta a lui porsi.
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