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domenica 23 novembre 2008

Il riso abbonda nella bocca degli stolti

Il risotto è una cosa seria, questo lo sanno tutti. Ciò nonostante, esso non è una scienza esatta, esistono infatti due scuole di pensiero diametralmente opposte:
1) Il risotto si fa da solo, bisogna dargli subito tutto il brodo di cui necessita e lasciare che si arrangi
2) Il risotto si fa con dedizione, abbeverandolo poco e sistematicamente, come un neonato.
A dispetto delle apparenze, è in realtà la prima corrente di pensiero a richiedere maggiore esperienza e competenza, poichè per ottenere un risotto decente sarà necessario conoscere e calcolare in anticipo:
- temperatura media della pentola
- potenza della fiamma
- grado di tostatura raggiunto dai chicchi
- coefficiente di permeabilità del brodo
- capacità osmotica del chicco
- fluidificazione standard della mantecatura [troppo complicato spiegare quali fattori occorre conoscere per determinarla]

Io, che non ho le capacità intellettive per ragionare sulla realtà che ha luogo oltre i prossimi 50 secondi [e non ricordo nulla di ciò che è accaduto prima dei 50 secondi precedenti, ma ce ne preoccuperemo in un altro momento], opto per la seconda modalità di preparazione, di cui fornirò un esempio di stagione.
Fra poco più di cinquanta secondi, trascorsi i quali, mi dimenticherò di avere un post da pubblicare, temo...

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ehmmmmmmmmmmmm................... anche se ho avuto una spiegazione "dal vivo" un ricapitolo non può che farmi bene!!!
Suuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!

LARRY ha detto...

Accidenti! Mi sono un po' lasciata distrarre.
Dovrai aspettare un po', ora sono molto impegnata nell'evento mondano della stagione: il mercatino dei dolci di Bàrcoglia